Leonardo

Fascicolo 6


in "Schermaglie"
Guglielmo Marconi
di Gian Falco (Giovanni Papini)
p. 8


p.8




Guglielmo Marconi — è l'eroe della giornata e nulla egli vien risparmiato, dagli onori delle accademie fino ai carri carnascialeschi, dalle lapidi fino ai versi di Térésah e di Angiolo Orvieto.
   Gli uomini, che pregiano sopra tutte le altre le cose tangibili e le scoperte pratiche, esaltano questo giovane il quale non è che un fortunato inventore di apparecchi per sfruttare scoperte già vecchie, e non ha portato niente dì realmente nuovo alla intuizione del mondo. Il mandar dei dispacci senza fili, che ai grossi uomini sembra cosa quasi divina, cos'è se non sostituzione di mezzo materiale a mezzo materiale?
   Avremo noi qualcosa di più, spiritualmente parlando, se riceveremo la notizia di un attentato o di un rialzo di rendita, per mezzo di antenne invece che per mezzo di pali?
   Le date che contano veramente nella storia dell'elevazione umana son quelle della visione di un capolavoro o della concezione di una grande idea: tutte le altre scoperte non sono che espedienti esteriori che rendono più rapida ma non più profonda la vita.
   Noi Italiani salviam forse, senza volerlo, più per povertà che per intenzione, l'idealismo: mentre in America Marconi ha trovato dei dollari e una moglie, noi gli offriamo soprattutto dei discorsi, delle commende, delle targhe e dei mediocri versi.... cose sommamente onorevoli e sommamente poco sostanziose. Ma si spera che non si fermeranno qui: se ci si metton d'impegno per fargli onore son capaci di farlo ministro delle Poste e aggiungere un altro brutto monumento pedestre alla grassa e turrita Bologna.


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